Contributo autonomi zona rossa, Augussori (Lega): un concentrato di burocrazia

Roma, 9 giugno: il senatore Luigi Augussori ha inviato una lettera al quotidiano locale del Lodigiano e Sud Milano “Il Cittadino” per spiegare l’intera vicenda connessa al contributo per autonomi e partite iva della prima zona rossa.

Di seguito il testo integrale:

“Egregio direttore, nell’edizione del 6 giugno del suo quotidiano è stato pubblicato un articolo che segnala la scomparsa del contributo aggiuntivo, pari a 1500 euro (500 per tre mensilità), destinato a lavoratori autonomi e partite IVA dei dieci comuni lodigiani appartenenti alla prima Zona Rossa. Ho personalmente seguito tutto l’iter di approvazione del provvedimento e posso fornire qualche informazione aggiuntiva a quanto riportato, confermando purtroppo che di quei fondi si sono davvero perse le tracce. La norma nasce nel primo decreto legge emergenziale (il numero 9 del 2 marzo), ma in una forma molto confusa e di complessa attuazione: l’INPS avrebbe dovuto erogare le prestazioni in base alle domande raccolte a livello regionale, nel limite di spesa assegnato a ciascuna di esse. Questo limite di spesa, all’interno dei 5,8 milioni stanziati, sarebbe stato disciplinato con Decreto del Ministero del Lavoro, Decreto che avrebbe dovuto ripartire il totale tra Lombardia e Veneto, ossia tra i 10 comuni lodigiani ed il comune padovano di Vo’, anch’esso compreso nel primissimo elenco dei comuni definiti “zona rossa” (DPCM del 1° marzo). Tutto ciò non è mai avvenuto e la norma, anche vista la sua complessa e farraginosa modalità di applicazione, è stata successivamente revocata. Il provvedimento è però risorto a nuova vita in fase di conversione del decreto legge numero 18 del 17 marzo, noto come “Cura Italia”, pubblicato nella sua forma definitiva (Legge 27/2020) nella Gazzetta Ufficiale del 29 aprile. Nella norma tuttora vigente scompare ogni riferimento al coinvolgimento delle Regioni nell’iter di erogazione del contributo, e la stesura è talmente chiara da non prestarsi a dubbi interpretativi a cui appigliarsi, da parte del governo, per scaricare la colpa su altri. Infatti il comma 2 dell’articolo 44-bis recita “il trattamento è erogato dall’INPS” e il comma 3 recita “agli oneri si provvede a valere sulle risorse del Fondo sociale per occupazione del Ministero del Lavoro”. Terminato questo excursus, che spero non abbia annoiato Lei e i suoi lettori, resta il fatto incontrovertibile che quei fondi non sono mai arrivati a coloro che ne hanno diritto e che, lo ricordo, hanno sofferto di un blocco totale delle attività per due settimane aggiuntive rispetto a tutto il resto del Paese. Anche in questa occasione la tanto sbandierata solidarietà e vicinanza espressa da molti ai nostri concittadini del Basso Lodigiano non va oltre la consueta “pacca sulla spalla”. Segnalo inoltre un ulteriore passaggio problematico, presente sia nel primo decreto che nella successiva legge, che ho cercato di far correggere presentando emendamenti e segnalandolo, con interrogazione, al Ministro del Lavoro, rimanendo però purtroppo inascoltato. I 1500 euro verranno erogati parametrati ai giorni di effettiva sospensione dell’attività nell’arco dei tre mesi. A differenza di altri provvedimenti, in cui si fa riferimento a cali di fatturato o ad altri parametri contabili oggettivi, in questo caso è lasciato al soggetto destinatario del contributo il dover dimostrare l’inattività per ciascuno dei 90 giorni. Un’attività parziale o limitata, anche se assolutamente non redditizia, si pensi a puro titolo di esempio al contatto telefonico con un cliente o a lavori di cura delle merci deperibili in locali con serranda abbassata, potrebbe essere pregiudizievole del mancato diritto a ricevere i 16 euro (sigh!) spettanti per quella giornata lavorativa persa. Il tutto con il rischio di incorrere in possibili sanzioni in caso di dichiarazioni inesatte. È questo l’ennesimo esempio di giungla burocratica che sembra proprio essere messa in atto per disincentivare il cittadino a rapportarsi con lo Stato, guardiano e padrone, che invece di aiutare pone ostacoli su ostacoli con, magari, il velato scopo di poter sborsare qualche quattrino in meno, facendo affidamento sullo scoramento del “suddito” di turno. Esprimo infine il pieno sostegno, mio personale e del movimento che rappresento, agli autonomi e partite IVA della zona più colpita, garantendo la massima attenzione sull’evolversi di questa triste vicenda che si inserisce in un contesto di per sé già infinitamente drammatico”.

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